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QUANTUM LEAP

Ambientazioni Immersive: dalla “Dream House” alla MSG Sphere

di Rebecca Pedrazzi

Quantum Leap è una nuova rubrica  dove passato e futuro si incontrano in un viaggio tra arte, tecnologia e innovazione. Da ELIZA a ChatGPT, da Duchamp a Klingemann, da Klee a Nake; esploreremo insieme come le innovazioni di ieri stanno plasmando il domani. Un dialogo tra creatività umana e strumenti digitali, dalla realtà virtuale ai paesaggi sintetici, che ridefinisce i confini del possibile. Un appuntamento per chi vuole comprendere il futuro attraverso i processi che lo costruiscono.

Dai trompe-l’œil alle prospettive architettoniche, dalle Wunderkammer alle Infinity Rooms di Yayoi Kusama, la ricerca di un’esperienza immersiva nell’arte ha radici profonde. La Dream House (1969) di La Monte Young e Marian Zazeela è un esempio pionieristico di come lo spazio immersivo possa incontrare la modernità. L’ambiente qui si trasforma in un’esperienza multisensoriale: frequenze sonore persistenti e luci colorate progettate per creare un’esperienza psicofisica unica per coinvolge il pubblico. Quest’opera supera l’idea di oggetto artistico finito, trasformando il pubblico in parte integrante dell’esperienza stessa e rientra in quell’idea di “arte di confine” – “borderline art” come Zazeela stessa amava definirla.

MSG Sphere di Las Vegas

Oggi, grazie alle nuove tecnologie, l’arte immersiva raggiunge una dimensione senza precedenti con la MSG Sphere di Las Vegas. Questa struttura tecnologica, con i suoi 54.000 m² di display LED e un sistema audio avanzato (Sphere Immersive Sound basato su X1 Matrix di Holoplot), ridefinisce il concetto di spazio performativo. Non è solo una sede per eventi o concerti, ma un ambiente che dissolve i confini tra reale e virtuale. Nel 2025, la MSG Sphere ospiterà Afterlife presenta Anyma: The End of Genesys, uno spettacolo elettronico che promette un’immersione totale attraverso immagini e suoni innovativi.

Dreaming MASG Sphere. Image genereted with midjourney
Image generated with ai.

Oltre i confini della fruizione visiva

Il legame tra la Dream House e la MSG Sphere è evidente nella volontà di ampliare i limiti della percezione. Se Young e Zazeela puntavano a un’immersione meditativa attraverso suono e luce, la MSG Sphere è uno spazio che sfrutta la tecnologia digitale per avvolgere il pubblico in una realtà amplificata. Entrambe condividono un principio fondamentale: trasformare l’osservatore in partecipante attivo. Queste esperienze ci riportano alla “consumatory experience” descritta da John Dewey in L’arte come esperienza (1934): l’arte non è solo da “guardare”, ma va vissuta. Un viaggio che va dagli spazi intimi della Dream House alla grandiosità tecnologica della MSG Sphere, segnando un’evoluzione che ridefinisce il rapporto tra arte, spazio e spettatore. Il prossimo step? Il museo DATALAND di Refik Anadol.

Rebecca Pedrazzi

Rebecca Pedrazzi è una storica e critica d’arte specializzata in AI Art, curatrice e giornalista. Nata a Milano, si laurea in Storia e Critica dell’Arte all’Università degli Studi di Milano con la tesi “Il Mercato dell’Arte Contemporanea” ed inizia a lavorare come Art-Advisor in una società di gestione di opere d’arte, sviluppando anche un’approfondita conoscenza degli Old-Masters. Nel 2017 fonda la rivista d’arte e cultura online NotiziArte.com, e nel 2018 diventa giornalista pubblicista. Da allora ha scritto oltre 3.500 articoli su eventi d’arte e cultura nazionali e internazionali, oggi con un focus mirato sui temi più attuali delle ultime tecnologie applicate al mondo dell’arte. Nel 2021 ha pubblicato il libro “Futuri possibili. Scenari d’Arte e Intelligenza Artificiale” – Editore Jaca Book. Attualmente tiene docenze per corsi e master su IA e il mondo dell’Arte ed è attiva, lato educational, con pubblicazioni, conferenze e webinar dedicati. Ha collaborato con diverse realtà quali VAR Digital Art per il VDA Award, e con CINECA per il progetto GRIN S+T+ARTS Residencies. É membro della Gallery Climate Coalition (GCC) e collabora con il Dipartimento Neuromarketing e Metaverso AINEM e al progetto europeo PERCEIVE. Ha co-curato la mostra “L’opera d’arte nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale” – Parma, Palazzo Pigorini, la prima collettiva dedicata all’AI Art Italiana. Nel 2024 ha lavorato nel team dell’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale dell’Istituto Europeo di Design (IED) dove attualmente insegna “Fenomenologia delle arti Contemporanee”. 

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