NEXT UP è la rubrica a cura di Beatrice Rainone, dedicata a una selezione critica delle iniziative più significative che affrontano i nuovi temi e linguaggi con cui l’arte contemporanea si confronta con la cultura digitale.

Agnes Questionmark ci proietta in un futuro dove il corpo diventa fluido, ibrido, persino reversibile. L’installazione definisce una sala chirurgica iper-tech, dove i pazienti, scannerizzati come pacchi Amazon, vengono ridotti a dati sotto lo sguardo implacabile del medico. Ma l’artista ribalta le carte in tavola, e se fosse il paziente, con il suo sguardo, a prendere il controllo? Qui gli occhi, simbolo di resistenza, diventano i protagonisti di uno scontro inquietante tra chi guarda e chi è guardato. Chi comanda davvero, il chirurgo con il bisturi o chi osa ribellarsi? Siamo pronti a immaginare un corpo finalmente libero da controllo e giudizio?
Living in the (Un)Real di Hsin-Chien Huang è una folle immersione tra realtà virtuale, sorveglianza e un po’ di caos digitale. Fino al 19 gennaio 2025, i visitatori possono reincarnarsi in nuovi corpi con Samsara, esplorando il ciclo di vita, morte e rinascita in un mondo post-apocalittico. In Bodyless, Huang invita a tuffarsi nei suoi ricordi d’infanzia, un po’ come andare in terapia, ma lo psicoterapeuta è Winston Orwell. Le installazioni in mostra offrono esperienze uniche: Shall We Dance, Milano? invita a ballare con gli edifici di Milano, creando un legame tra corpo e architettura. Omni Channels, riflette su come la privacy sia ormai merce artistica, mentre The Eye and I porta i visitatori in un viaggio attraverso le epoche della sorveglianza, il tutto accompagnato dall’epica colonna sonora di Jean-Michel Jarre. Pronti ad essere osservati?


Roma si accende – letteralmente – con l’ottava edizione di Fotonica, il festival che celebra l’audio-visual digital art in due location straordinarie: l’Accademia d’Ungheria e la futuristica cupola immersiva Chromosphere Dome. Di giorno, il Dome si trasforma in un luogo suggestivo per le attività dei più piccoli, mentre nel pomeriggio e alla sera si passano agli “effetti speciali” per i grandi: spettacoli audiovisivi, videomapping che trasforma l’esterno della cupola in un’opera d’arte, e installazioni che stimolano sensi e immaginazione. The Sphere di Las Vegas, guarda e impara! Il tutto ruota attorno al fotone, la particella che costituisce la luce e che permette la visione attraverso l’interazione con la retina. Tra installazioni immersive e sound innovativi, la notte romana promette di essere davvero folgorante!
Classe 1999, è un’ educatrice e mediatrice museale. Laureata in Storia dell’arte all’Università degli studi di Firenze con una tesi sul concetto di riproducibilità nella crypto-arte, attualmente lavora in diverse istituzioni culturali della Toscana, tra cui Fondazione Palazzo Strozzi, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Fondazione Pistoia Musei, Museo del Tessuto.