Radical Software. Women, Art & Computing (1960-1991)
20.09.2024 – 02.02.2025
Mudam Luxembourg
Il Mudam Luxembourg rende omaggio alle pioniere dell’arte digitale, cinetica e programmata; raccontando come, dagli anni ‘60 agli ‘80, abbiano trasformato i computer – allora regno di ingegneri e matematici – in strumenti di espressione e riflessione sull’identità. Con oltre 100 opere di 50 artiste da 14 paesi, la mostra mette in discussione un settore dominato dagli uomini, esplorando le connessioni tra tecnologia, femminismo e le teorie cyborg di Donna Haraway. Dall’esperienza con i mainframe alle prime creazioni su microcomputer, la mostra è un viaggio tra arte e innovazione che sfata il mito secondo cui la sperimentazione digitale sia “un gioco da ragazzi”.
Beeple: Tales from a Synthetic Future
from 13.11.2024
Deji Art Museum, Nanjing
Nel 2021 Beeple faceva la storia vendendo un NFT, Everydays: the First 5000 Days, per 69 milioni di dollari. Ora, tre anni dopo, eccolo al Deji Art Museum di Nanjing con la sua prima personale ospitata… in un centro commerciale di lusso. Perché in Cina antico, moderno e metaverso convivono senza troppe cerimonie.
La mostra racconta la carriera dell’artista dai primi esperimenti con i computer anni ‘80 agli iconici Everydays, passando per dipinti distopici e “scatole rotanti” high-tech che si trasformano in tempo reale. Tra distopie e futurismi apocalittici, Beeple spinge l’arte digitale ai suoi limiti. Curiosa la scelta di esporlo in un centro commerciale, ma tra gli scaffali ci avremmo visto meglio Jeff Koons!
Electric Dreams.
Art and Technology Before the Internet
28.11.2024-01.06.2025
TATE Modern
La Tate Modern celebra l’epoca d’oro dell’arte tecnologica, quella in cui i calcolatori erano grandi come stanze e Internet era ancora un sogno lontano. Electric Dreams ci trasporta dagli anni ‘50 agli ‘80, quando artisti visionari iniziarono a fondere scienza, tecnologia e creatività, trasformando circuiti, luce e movimento in esperienze immersive. Cosa aspettarsi? Opere iconiche come l’Electric Dress di Atsuko Tanaka, un abito luminoso tanto spettacolare quanto audace, ma anche esperienze collettive di grande sperimentazione, come quelle della galleria Signals a Londra o del Gruppo Zero in Germania.
Beatrice Rainone
Classe 1999, è un’ educatrice e mediatrice museale. Laureata in Storia dell’arte all’Università degli studi di Firenze con una tesi sul concetto di riproducibilità nella crypto-arte, attualmente lavora in diverse istituzioni culturali della Toscana, tra cui Fondazione Palazzo Strozzi, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Fondazione Pistoia Musei, Museo del Tessuto.