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CLUSTER

L’EDM deve ancora fare i conti con l’A.I.

di Pierluigi Fantozzi

Cluster esplora i nuovi sensi che si aggregano attorno a correnti musicali del passato e del presente, alle loro estetiche e pratiche. Come l’accordo dissonante da cui prende il nome, Cluster metterà in luce contrasti e accordi del rapporto tra suono e le  comunità che si costruiscono attorno ad esso.

Una festa techno senza DJ: ci andresti? E se sul deck ci fosse un vecchio smartphone che sforna beat grazie a un’app di intelligenza artificiale? Non proprio allettante, ma qualcuno ci è andato.

È successo un anno fa a Londra, al party sperimentale Algorythm. Sul palco nessun DJ umano, ma un algoritmo che mixava in tempo reale. Niente di preoccupante: c’erano 15 persone, non c’è stata alcuna replica, e il pubblico è rimasto deluso. Questo esperimento però ci pone di fronte a delle domande sul futuro dell’Electronic Dance Music (EDM).

Se il mondo del pop e delle grandi major dimostra giorno dopo giorno di voler normalizzare l’utilizzo dell’AI nelle grandi produzioni — basti pensare agli album inediti di artisti defunti — lo stesso non si può dire dell’EDM.

Techno e simili sembrano resistere alla diffusione imperversante delle ultime tecnologie, come se volessero preservare il loro lato umano e artigianale.

L’esperienza di Algorythm deve aver suscitato nei partecipanti quella sensazione inquietante tipica dell’uncanny valley, per cui l’imitazione quasi perfetta dell’umano risulta disturbante.

Va però detto che in altre culture l’inserimento di elementi robotici non è mai stato un problema: giapponesi e scandinavi ballano sulle note dei vocaloid in totale spensieratezza da quasi vent’anni. Da noi invece il tema è divisivo: c’è chi apprezza, e chi li vede privi di anima. E per quanto riguarda l’EDM?

Nell’epoca in cui i contributi generati dalle AI sono indistinguibili da quelli umani, nessuno si stupirebbe se un producer facesse uso di campioni creati da un algoritmo, integrandoli all’interno delle proprie produzioni. Le tecnologie già ci sono, e si possono creare dei sample a partire da prompt testuali.
Ancora non se ne parla granché, ma forse è solo questione di tempo. L’innovazione tecnologica prima spaventa, poi seduce. La domanda adesso è: se nel futuro l’AI entrerà nell’EDM, riuscirà a mantenere l’autenticità emotiva di techno e affini?

CB2, the child robot that has become a symbol of the feeling of unease generated by the uncanny valley. ©NationalGeographic

Selezione di ascolti 

Pierluigi Fantozzi

Pierluigi Fantozzi, 1995, è un musicista. Si è laureato all’Accademia Nazionale del Jazz di Siena, conseguendo il titolo magistrale al Conservatorio di Bologna. Clarinettista, ha militato in formazioni jazz, ma ha coltivato un interesse nei confronti della musica elettronica, collaborando anche con Tempo Reale. Dal 2023, entra a far parte del team di Controradio, per cui ha realizzato interviste a importanti figure della scena musicale internazionale. In veste di speaker radiofonico, è alla guida del suo programma “Passabanda”.

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