LA RIVOLUZIONE ALGORITMICA
L’IA inquina, ma più o meno di altre attività quotidiane?
di Francesco D'Isa
Uno sguardo critico e filosofico sull’intelligenza artificiale e la sua influenza su società, cultura e arte. La rivoluzione algoritmica si propone di esplorare il ruolo dell’AI come strumento o co-creatore, interrogando i suoi limiti e potenzialità nella trasformazione dei processi conoscitivi ed espressivi.
I large language model come ChatGPT sono entrati nella vita quotidiana di milioni di persone, le cui richieste passano per data-center pieni di GPU ad alto assorbimento, sollevando giustificati timori sul loro impatto climatico. Capita spesso, di conseguenza, che molte persone critichino chi lavora con AI con l’argomento dell’impatto climatico. Che è senz’altro presente, sebbene sia lecito domandarsi se i critici evitano allo stesso modo azioni a impatto ben maggiore o se c’è un doppio standard verso le intelligenze artificiali.
Per iscrivere l’impatto ecologico in un contesto globale è necessaria un’analisi comparativa con attività quotidiane di cui spesso dimentichiamo il peso, per non illuderci che risparmiando qualche domanda a ChatGPT il problema climatico sia risolto.
Tutte le cifre che ho ottenuto nella tabella sottostante sono stime operative (solo fase d’uso, niente produzione di hardware, né per le AI né per gli altri utensili) e vanno lette come ordini di grandezza: l’obiettivo è invitare a verificare e a cercare dati sempre più accurati, che purtroppo vengono spesso nascosti dalle aziende AI (il che non è un buon segno). Il training è trascurabile rispetto alle iterazioni perché il suo pur notevole peso va diluito nelle centinaia di milioni di utenti che usano il modello, dunque non è stato sommato. Addestrare GPT-4o infatti è costato decine di GWh: tanta energia quanta ne consuma un quartiere in un anno. Ma già dopo qualche miliardo di query — che ChatGPT macina in pochi mesi — l’energia di training scende sotto l’1 % del totale. Per i modelli più popolari il vero impatto sta quindi nell’uso quotidiano, non nell’addestramento. Viceversa, progetti di ricerca “one-shot” o modelli proprietari di nicchia possono avere un rapporto molto più alto tra training e utilizzo.
Attività (operativa) |
kWh / unità |
g CO₂ / unità* |
«Prompt equivalenti»** |
Prompt GPT-4o |
0,0003*** |
0,073 |
1 |
Immagine con AI (SD-XL) |
0,0029 |
0,70 |
10 |
Streaming HD 1 h |
0,077 – 0,15 |
18,6 |
257 |
Gaming PS5 1 h |
0,20 |
48,4 |
667 |
Lavastoviglie ECO (1 ciclo) |
1,10 |
266,2 |
3 667 |
Forno elettrico 30 min |
1,50 |
363 |
5 000 |
Doccia elettrica 10 min (10 kW) |
1,67 |
404 |
5 567 |
Asciugatrice – resistenza (1 ciclo) |
2,70 |
653 |
9 000 |
Auto benzina 10 km |
— |
2 390 |
32 900 |
* fattore d’intensità della rete elettrica UE 2023 = 242 g CO₂/kWh.
** Prompt eq = g CO₂ attività ÷ 0,073 g (impronta di un prompt). ***Fonte Epoch. Fonti MIT Technology Review (20 mag 2025) e University of Michigan: il consumo per un prompt varia 0,00003 – 0,002 kWh a seconda di modello, hardware e complessità.

Confrontando i dati operativi con il mix elettrico medio dell’Unione Europea (242 g CO₂/kWh) emerge che un prompt GPT-4o pesa circa 0,07 g CO₂ (il valore si riferisce a un prompt medio ≈ 500 token), un’inezia se paragonata alle 18 g emesse da un’ora di streaming HD o alle 48 g di un’ora di videogioco su console. Persino una singola immagine generata con Stable Diffusion XL, pur dieci volte più “cara” di un prompt, resta nell’ordine del grammo di CO₂; basta mezz’ora di forno elettrico per superare i cinque grammi, mentre un ciclo di asciugatrice tradizionale ne sfiora 700, pari a diecimila prompt. Ancora più netto il divario con i trasporti alimentati da combustibili fossili: percorrere dieci chilometri in auto a benzina produce 2390 g di CO₂, l’equivalente di oltre trentamila interazioni con ChatGPT.

Ovviamente elettricità non equivale automaticamente a CO₂: se il data-center usa solo rinnovabili l’impatto dei prompt crolla quasi a zero, mentre se usa fonti fossili può aumentare notevolmente. I numeri mostrano anche la rapidità con cui l’AI sta diventando più efficiente: in due anni il consumo per prompt è sceso di un ordine di grandezza grazie a chip migliori, modelli quantizzati e batching.
Il messaggio che voglio veicolare non è assolvere l’impatto ecologico dell’AI, che resta un problema da affrontare a livello sistemico, come segnala questo ottimo articolo del MIT, ma ridimensionare il suo ruolo in un quadro di priorità: se vogliamo ridurre davvero la nostra impronta climatica, vale infinitamente di più rinunciare a un ciclo di asciugatrice, accorciare una doccia o rinunciare all’auto e alla carne che non smettere di fare domande a un chatbot. Se una persona non vegana pensa di limitare il proprio impatto climatico rinunciando alle AI, ad esempio, è evidente che è un po’ confusa. Il problema dell’impatto climatico delle AI resta: per via dei dati poco trasparenti delle aziende, il possibile uso massivo crescente, il consumo idrico che qua non ho preso in analisi (anch’esso ovviamente da mettere a confronto con quello di altre attività, anche un semplice sciacquone). Colpevolizzare l’utente singolo però – che magari l’auto o l’AI la usa per lavoro – è sempre eticamente errato, perché distoglie l’attenzione da chi possiede gran parte della responsabilità climatica, ovvero le multinazionali, i governi e la struttura sociale in cui operano. Il vero bersaglio della giustizia climatica dovrebbero essere loro.

Fonti complete
Consumi AI
- Epoch AI, How much energy does ChatGPT use? (0,3 Wh per prompt su GPU H100)
- Luccioni et al., Power Hungry Processing (2,907 kWh per 1 000 immagini con SD-XL)
Altre attività digitali
- Kamiya (G. IEA) in Carbon Brief, Fact-check: carbon footprint of Netflix – stima centrale 0,077 kWh h⁻¹ per streaming HD
- Sony Interactive Entertainment, EU Ecodesign Statement – PS5 «active gaming» ≈ 200 W
Elettrodomestici
- Tewes et al., Use of Automatic Dishwashers… (energia media ECO ≈ 1,1 kWh/ciclo) MDPI
- “Hot topic: how many watts do electric ovens use?”, A1 SolarStore Magazine – media 3 kW/h per forno domestico
- BasenGreen blog, How much energy does a 10 kW shower use? – 1,67 kWh per 10 min
- EU Commission, Product List – Tumble Dryers: vented/condenser ≈ 2,7 kWh/ciclo
Elettricità e fattore di emissione
- Ember, European Electricity Review 2024 – intensità media UE 2023 = 242 g CO₂ kWh⁻¹
Trasporti
- ICCT, Global LCA of passenger cars – ICEV media benzina 239 g CO₂ km⁻¹ (reale, EU lower-medium segment)
Francesco D’Isa
Francesco D’Isa, di formazione filosofo e artista digitale, ha esposto internazionalmente in gallerie e centri d’arte contemporanea. Dopo l’esordio con la graphic novel I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato saggi e romanzi per Hoepli, effequ, Tunué e Newton Compton. Il suo ultimo romanzo è La Stanza di Therese (Tunué, 2017), mentre per Edizioni Tlon è uscito il suo saggio filosofico L’assurda evidenza (2022). Le sue ultime pubblicazionio sono la graphic novel Sunyata per Eris edizioni (2023) e il saggio La rivoluzione algoritmica delle immagini per Sossella editore (2024). Direttore editoriale della rivista culturale L’Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste, italiane ed estere. È docente di Filosofia presso l’istituto Lorenzo de’ Medici (Firenze) e di Illustrazione e Tecniche plastiche contemporanee presso LABA (Brescia).