OUT OF BOUNDS

Drone on terror

a cura di Matteo Lupetti
Drone on terror

Nell’agosto 2024 le forze armate ucraine hanno implementato un sistema a punti per premiare l’abbattimento di obiettivi russi tramite droni, veicoli aerei senza equipaggio (UAV) solitamente guidati da remoto. Ad aprile 2025 è arrivata anche una piattaforma su cui le unità possono scambiare con droni e altro equipaggiamento i punti ottenuti. “Come droni e tecniche videoludiche si incontrano nella guerra in Ucraina” ha intitolato The Economist.

Questa gamification della guerra serve a motivare le truppe, che competono tra loro in una classifica, e a ottimizzare le risorse premiando le unità migliori ed esplicitando le priorità grazie a un sistema a punti che cambia con l’evoluzione del conflitto. È una “matematica della guerra”, ha detto il vice-primo ministro Mykhailo Fedorov. Un approccio data-driven permesso dalla sorveglianza quasi permanente garantita dalle telecamere dei droni. Ed è almeno da BIT Plane (1997) di Kate Rich e Natalie Jeremijenko (all’epoca parte del Bureau of Inverse Technology) che l’arte si confronta con il regime scopico del drone, sottolineando spesso proprio la somiglianza tra la sua applicazione militare e i videogiochi. Per esempio, in Killbox (2015) di Malath Abbas, Tom deMajo, Albert Elwin e Joseph DeLappe.

I tentativi di simulare e prevedere le guerre si sono sempre scontrati con il caos del mondo fisico, e soprattutto con il fattore umano. Il drone allontana l’essere umano dal campo di battaglia, ma chi opera tali dispositivi continua a subire gravi conseguenze psicologiche. Il videogioco Unmanned (Paolo “Molleindustria” Pedercini, Jim Munroe, Jesse Stiles, 2012) racconta la giornata di un operatore di droni militari attraverso minigiochi che vanno dal taglio mattutino della barba all’uccisione di un bersaglio, e mostra così quanto sia poroso il confine tra virtuale e fisico, tra gioco e vita quotidiana. Oggi si punta allora allo sviluppo di droni guidati da IA, per rendere la guerra sempre più simile al suo modello computazionale.

MATTEO LUPETTI

Matteo Lupetti si occupa di critica di arte, arte digitale e videogioco su testate come Artribune e Il Manifesto e all’estero. Ha fatto parte della redazione della rivista radicale menelique e della direzione artistica del festival di narrazioni di realtà Cretecon. Il suo primo libro è “UDO. Guida ai videogiochi nell’Antropocene” (Nuove Sido, Genova, 2023), rilettura del medium videoludico nell’epoca del cambiamento climatico e all’interno dei nuovi percorsi multisciplinari che mettono in primo piano il non umano e la sua agency.