Petri è un uomo cis e etero, e da questa domanda inizia una ricerca sui molti e ambigui significati che questi avatar femminili hanno per lui e per altri uomini, tra sperimentazione queer e desiderio di controllo. “Prima di potersi connettere al cyberspazio, una persona deve creare una maschera. […] Le maschere camuffano il corpo, e in questo modo danno libertà e voce alle nostre identità digitali” scrive Lynn Hershman Leeson in Romancing the Anti-body: Lust and Longing in (Cyber)space (1995).
Saggio che è punto di partenza per Identity Quest di Jamie Jankovi?, “una serie in corso che analizza a posteriori perché quando ero più giovane mi attirassero i personaggi femminili nei videogiochi, e che ruolo ciò abbia avuto più tardi nel farmi realizzare di essere una persona trans e transfemminile”, ci spiega l’artista. La serie è finora composta da due machinima. Outsourcing (My Desires To Avatars) (2019), realizzato insieme a Deborah Findlater, è una poesia audiovisiva su “cosa voglia dire per le persone marginalizzate accedere a forme diverse dalla loro”. Sulla tensione tra la gioia di vestire un corpo altro e perfetto e le norme sociali che regolamentano questo avatar e la sua perfezione. Poi A Woman on the Internet (or, The Eternal Scream) (2021), opera contemporaneamente più grande e intima della precedente, racconto poetico della transizione di Jankovi? intervallato da interventi di altre persone sulla loro relazione con i corpi digitali, sulle loro esperienze e sulle loro interazioni online. Jankovi? sta ora lavorando con Petra Szemán al terzo episodio della serie, che sarà invece interattivo.
Matteo Lupetti si occupa di critica di arte, arte digitale e videogioco su testate come Artribune e Il Manifesto e all’estero. Ha fatto parte della redazione della rivista radicale menelique e della direzione artistica del festival di narrazioni di realtà Cretecon. Il suo primo libro è “UDO. Guida ai videogiochi nell’Antropocene” (Nuove Sido, Genova, 2023), rilettura del medium videoludico nell’epoca del cambiamento climatico e all’interno dei nuovi percorsi multisciplinari che mettono in primo piano il non umano e la sua agency.