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IA Fortune-Teller

IA Fortune-Teller

In Cina l’ansia da disoccupazione e instabilità spinge i giovani verso la divinazione online: da app che leggono l’oroscopo all’Intelligenza Artificiale che veste i panni di un cartomante. 

Passare un esame, trovare l’amore, diventare ricchi: anche i più scettici almeno una volta hanno avuto la curiosità di conoscere il proprio futuro. L’arte divinatoria ha radici secolari in Cina, ma è l’ansia il motore che oggi spinge moltissimi giovani cinesi ad affidarsi a pratiche spirituali e divinatorie per trovare risposte e conforto in un periodo storico relativamente incerto. In Cina, dove le sfide economiche e l’alto tasso di disoccupazione incombono, i giovani si rivolgono sempre più spesso ai servizi spirituali online in cerca di una guida, dalle app dove gli utenti possono leggere il proprio oroscopo all’utilizzo dell’IA come cartomante.

Il fenomeno ha preso forma soprattutto con il lancio il 10?gennaio?2025 di DeepSeek?R1, il chatbot AI cinese competitor di ChatGPT, che ha catalizzato in febbraio oltre due milioni di post su WeChat con l’hashtag “DeepSeek fortune?telling”. Le antiche pratiche divinatorie come Ba?Zi, o i “Quattro Pilastri del Destino”, vengono reinterpretate digitalmente. Ba?Zi è un sistema tradizionale che analizza data, ora e luogo di nascita per valutare l’equilibrio dei Cinque Elementi (legno, fuoco, terra, metallo, acqua) e trarne previsioni su carriera, relazioni e fortuna finanziaria. Ora basta inserire quei dati in DeepSeek, chiedere un analisi elementale (fuoco, metallo, terra…) e ricevere in pochi secondi narrazioni predittive sulla propria vita.

Ho provato anche io a chiedere il futuro a DeepSeek usando un prompt suggerito online: “You are a BaZi master. Analyze my fate—describe my physical traits, key life events, and financial fortune. I am a (sex), born (date), at (time) in (where).”

Il risultato è uno specchietto che racconta passato, presente e futuro e descrive in modo abbastanza dettagliato il mio aspetto e carattere. Raramente questo tipo di predizioni sono negative. Questi rituali uniscono oggi rassicurazione algoritmica e romanticismo culturale: l’IA non offre miracoli, ma suona plausibile e scientifica, il suo è un placebo cognitivo che calma l’ansia anche se privo di rigore empirico. Il contesto economico — con un tasso di disoccupazione giovanile attorno al 14,5% a giugno 2025 e una crescita del PIL tra le più basse degli ultimi decenni — rende la ricerca di controllo e significato quasi inevitabile.

L’anno scorso, i media statali hanno riferito che quasi 300 persone sono state processate dal 2018 per attività legate allo spiritismo, con individui condannati fino a 17 anni di carcere.

Molte piattaforme spirituali emergono in clandestinità digitale o allogeno sotto forma di app e chat online: il misticismo occupa un posto delicato nella società cinese e non è visto di buon occhio dal Partito. L’anno scorso, i media statali hanno riferito che quasi 300 persone sono state processate dal 2018 per attività legate allo spiritismo, con individui condannati fino a 17 anni di carcere. Tuttavia, i sensitivi trovano facilmente il modo di aggirare il divieto, a volte facendo pubblicità in inglese o usando l’emoji della sfera di cristallo per indicare la cartomanzia.  Nonostante ciò, molte persone mantengono credenze individuali nel taoismo, nel buddismo e in altri tipi di spiritualità, e pregare le divinità o gli antenati per ottenere fortuna e guida è comune.

Proprio la spinta culturale ha alimentato un ecosistema fatto di tutorial social su come strutturare prompt efficaci IA, vendita di report premium fino a 2.888 yuan (circa 400 dollari) a sessione, offerte “porta fortuna” tra influencer, app parallele modellate su DeepSeek per mercati esteri, come nel caso di Fate Tell.

La Cina non ha vissuto il trauma della rivoluzione industriale come in Europa, né quello della privacy post-anni ’70 come negli Stati Uniti. L’approccio è più pragmatico: se una cosa funziona, si usa. Punto. Se migliora l’efficienza, il comfort, la produttività, viene adottata con entusiasmo. Questo non significa che manchi il dibattito – esistono in Cina voci critiche sulla dipendenza da smartphone, sull’impatto delle app sulle nuove generazioni – ma il tono generale è diverso. Non è l’ansia il sentimento dominante, ma la curiosità.

La divergenza tra queste due visioni non è solo geopolitica o tecnologica, ma culturale. In Occidente siamo ossessionati dal concetto di individuo, dalla libertà personale, dal controllo. In Cina, dove la collettività ha sempre avuto un ruolo più centrale, l’innovazione viene valutata anche in base al beneficio che porta alla comunità. L’efficienza urbana, il benessere generale, la qualità della vita. Il risultato è un rapporto con la tecnologia più fluido, meno conflittuale.

L’approccio cinese non è  necessariamente migliore. Ci sono zone grigie, ovviamente, e questioni etiche complesse, in particolare quando si parla di privacy e di controlli monitorati dal Governo. Ma è interessante osservare quanto il nostro immaginario occidentale sia spesso prigioniero di sé stesso.

Black Mirror ci spaventa, ma il titolo stesso della serie prende ispirazione dal riflesso che quotidianamente vediamo di noi stessi sugli schermi neri dei nostri smartphone.

Camilla Fatticcioni

Studiosa di Cina e fotografa. Dopo la laurea in lingua Cinese all’università Ca’ Foscari di Venezia, Camilla ha vissuto in Cina dal 2016 al 2020. Nel 2017 inizia un master in Storia dell’Arte alla China Academy of Art di Hangzhou interessandosi di archeologia e laureandosi nel 2021 con una tesi sull’iconografia Buddista delle grotte di Mogao a Dunhuang. Combinando la sua passione per l’arte e la fotografia con lo studio della società contemporanea Cinese, Camilla collabora con alcune riviste e cura per China Files la rubrica Chinoiserie.