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Pergola è pronta a sbocciare di nuovo grazie al Blooming Festival

di Alessandro Mancini

C’è un festival in Italia, l’unico, che è interamente dedicato alle arti numeriche e digitali. Si tratta del Blooming Festival che si svolge a Pergola, graziosa cittadina in provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche, eletta, tra le altre cose, uno dei borghi più belli d’Italia.

Le arti numeriche, spesso chiamate anche arti digitali, comprendono tutte quelle forme d’arte create o presentate tramite tecnologie digitali.
Questo termine include una vasta gamma di pratiche artistiche, caratterizzate dall’uso di strumenti e tecnologie informatiche per la loro realizzazione, manipolazione e fruizione. Oggi nota soprattutto per la pregiata produzione vitivinicola e per ospitare il famoso gruppo scultoreo di origine romana dei Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola, risalente al I secolo a.C. circa, a partire dal 2017 Pergola, una volta all’anno diventa centro propulsore delle espressioni artistiche di ricerca nel campo della cultura digitale, della musica e delle arti elettroniche in Italia e in Europa.
Qui, venerdì 6 e sabato 7 settembre 2024 si svolgerà l’ottava edizione del festival. Anche quest’anno artisti e studi creativi italiani internazionali animeranno il centro storico di Pergola con installazioni, videoproiezioni e performance all’interno di location uniche e insolite.

Studio Aira, Blooming Festival 2018.

Spazi sacri (chiese), spazi nascosti (giardini) e spazi sotterranei (cantine) si riempiranno di proiezioni, immagini e suoni, proponendo una lettura diversa del contesto urbano, stimolando la curiosità dei visitatori e delle visitatrici e contribuendo a valorizzare il patrimonio storico-architettonico del centro marchigiano.

«Blooming non ha mai un tema prestabilito – spiega l’ideatrice e fondatrice Rita Camilucci – ogni edizione prende forma sulla base del concept che è insito nel suo nome, ossia “fioritura”, intesa come processo di evoluzione, di crescita. Come un fiore che sboccia in mezzo all’asfalto, le arti multimediali “sbocciano” in un nucleo sotterraneo, oscuro, all’interno di una cantina, di una chiesa e si ramificano, si moltiplicano per tutta la città attraverso l’uso della luce, del suono, dei dispositivi tecnologici”. Ogni edizione, ad ogni modo, assume una sua coerenza: “Quest’anno ad esempio – afferma Camilucci – il festival avrà come motivo ricorrente un elemento naturale in qualche forma esplicitamente presente in ognuna delle opere (acqua, sole, fluidi, voce umana, alberi, etc.)».

Blooming Festival rappresenta una piattaforma unica nel panorama italiano degli eventi legati alle arti numeriche e per questo, ogni anno, diversi artisti provenienti da Paesi europei differenti, vengono qui sfruttando la visibilità offerta dal festival, per far conoscere le proprie opere e la propria ricerca artistica. Tra gli altri, saranno presenti Martin Messier dal Canada, Encor studio dalla Repubblica Ceca, Guillaume Marmin e Roman Hill dalla Francia e Amelie Duchow dalla Germania. La quota italiana vanta invece nomi come Ultravioletto, Mauro Pace, Nessie Studios, Cora e i creativi Bad Clipping Studio.

ogni edizione prende forma sulla base del concept che è insito nel suo nome, ossia “fioritura”, intesa come processo di evoluzione, di crescita

Rita Camilucci, romana, classe 1981, si è trasferita a Pergola nel 2017 per avviare una attività turistica e fondare l’Associazione Culturale Palazzo Bruschi, che si occupa di curare eventi culturali e gastronomici. Sempre in quell’anno, ha deciso di dar vita a Blooming Festival, coinvolgendo anche il duo creativo dei Quiet Ensemble, che ne curano la direzione artistica.

«Scegliamo artisti che lavorano con la tecnologia non come fine ma come strumento e medium per esprimere qualcosa di più profondo, che lavorano bene, in contrasto con le location che abbiamo a disposizione, perché è proprio il contrasto tra le tecnologie e gli spazi antichi che ci interessa esaltare, spiegano gli organizzatori. Artisti interessanti ne abbiamo avuti tanti, in sette edizioni, oltre 80 (tra cui Nonotak, Olivier Ratsi, Ryoichi Kurokawa, Quayola, Cod.act, Maotik, Guillaume Marmin, etc.) e siamo fieri di aver presentato ognuno di loro. Alcuni hanno fatto la loro prima apparizione in Italia proprio in questo festival. Marmin tornerà anche quest’anno, con Oh Lord, una video proiezione basata su elaborazioni di immagini solari; avremo poi un altro artista francese, Roman Hill, che crea galassie artificiali all’interno di video magnifici e ipnotici utilizzando ingrandimenti macroscopici di fluidi, liquidi e polveri (senza fare ricorso alla computer generated imagery ma solo ad elementi naturali). Amelie Duchow sta lavorando invece a un progetto a lungo termine sul suono della voce e degli idiomi, Logos mater: raccoglie contributi audio da tutto il mondo per creare tracce sonore in cui la parola non è più distinguibile, ma ne resta una elaborazione sonora, con tutto il suo portato emotivo. Ci sarà anche Martin Messier con una performance nuova. Il resto della lineup è una sorpresa, possiamo solo dirvi che si tratta di nomi di cui andiamo molto fieri».

Questa edizione di Blooming Festival rientra anche nel progetto diffuso di Pesaro 2024, Capitale italiana della cultura. Per l’occasione, Nessie Studios presenterà l’installazione interattiva Nativ0e, adattata appositamente al tema del blu, all’interno della sezione La natura operosa della cultura.

"Genesi" by None Collective, Blooming Festival, 2017

Un’altra particolarità del Festival è costituita dallo strumento dell’open call: uno dei progetti presentati, infatti, è selezionato grazie alla call internazionale #bloomingyou, che quest’anno era incentrata sulla sostenibilità ambientale e sociale, sui temi dell’inclusione e dell’accessibilità e sull’utilizzo di tecniche e tecnologie sostenibili/inclusive nella realizzazione dei progetti. Questi ultimi sono stati valutati dai curatori Federica Patti e Filippo Lorenzin assieme alla direzione artistica del festival.

Fra i progetti speciali, rientrano un nuovo progetto in realtà virtuale a cura di Bad Clipping Studio e un workshop originale per adulti e bambini. Quest’anno il concept di Blooming sarà affrontato infatti con mezzi insolitamente analogici: un corso di pittura ad acquerello con l’illustratrice Karla Duenas.

«Ci piace l’idea di condividere questo tipo di arte in un contesto contrastante che in un certo senso si trova all’opposto di queste sperimentazioni, come può essere quello di una piccola cittadina di un’area interna, ma dove potenzialmente i “fiori” possono sbocciare con più vigore e magnificenza» – affermano gli organizzatori – È bello portare qualcosa di nuovo o insolito per la maggior parte degli abitanti (anche se dopo sette anni molti hanno compreso cosa facciamo, lo apprezzano e ci sostengono), in luoghi che per loro rappresentano una consuetudine, una tradizione, come appunto le cantine o le chiese. Da sette anni lavoriamo affinché questi fiori si ramifichino e si moltiplichino e per fortuna ormai Blooming è diventato un festival riconosciuto».

Alessandro Mancini

Laureato in Editoria e Scrittura all’Università La Sapienza di Roma, è giornalista freelance, content creator e social media manager. Tra il 2018 e il 2020 è stato direttore editoriale della rivista online che ha fondato nel 2016, Artwave.it, specializzata in arte e cultura contemporanea. Scrive e parla soprattutto di arte contemporanea, lavoro, disuguaglianze e diritti sociali.