LA RIVOLUZIONE ALGORITMICA
Man Ray oggi userebbe Midjourney? Probabilmente sì
di Francesco D'Isa
Uno sguardo critico e filosofico sull’intelligenza artificiale e la sua influenza su società, cultura e arte. La rivoluzione algoritmica si propone di esplorare il ruolo dell’AI come strumento o co-creatore, interrogando i suoi limiti e potenzialità nella trasformazione dei processi conoscitivi ed espressivi.
La recente asta di Christie’s dedicata agli artisti che utilizzano l’Intelligenza Artificiale segna un momento significativo nel dibattito (nato obsoleto) sul rapporto tra AI e creazione artistica.
Come dichiarato nella presentazione dell’evento, l’AI non sostituisce la figura dell’artista, che ne diventa un’estensione e un supporto. Le macchine offrono stimoli, suggestioni e possibilità espressive, ma la direzione resta in mano alla mente umana. È un concetto che Christie’s ribadisce definendo l’AI come “Augmented Intelligence” e non come un sostituto del processo creativo: l’artista rimane l’unico responsabile delle scelte estetiche e concettuali dell’opera.
Questo esito era prevedibile per chiunque conoscesse l’evoluzione delle tecnologie e dei media del passato. Come spiega la studiosa Amy Orben con la metafora del “ciclo sisifeo del panico tecnologico”, ogni novità attraversa una fase iniziale di hype e diffidenza, seguita da una seconda fase di demonizzazione, per approdare a una normalizzazione. E ogni volta dimentichiamo come è andata con le tecnologie precedenti, perché, diciamo, “ora è diverso”. È esattamente ciò che stiamo osservando con l’Intelligenza Artificiale in ambito artistico: il lento approssimarsi all’atto conclusivo di questo processo di assimilazione è la presenza in un’asta prestigiosa come quella di Christie’s, da sempre termometro del gusto e del mercato.
Non è la prima volta che succede: quasi due secoli fa, la fotografia venne a lungo considerata “non-arte”, accusata di essere una banale riproduzione meccanica, spesso con espressioni letteralmente identiche a quelle di alcuni critici delle AI. Eppure oggi nessuno mette in dubbio che personalità come Man Ray o Diane Arbus abbiano firmato delle opere d’arte. Persino la vendita all’asta di fotografie, un fenomeno che pare scontato, in origine fu oggetto di animate discussioni. Lo schema si ripete identico: nel 1862 quando un gruppo di accademici e artisti promosse una petizione per “arginare” l’avanzata della fotografia e oggi assistiamo a un’iniziativa analoga contro quest’asta. E, come già accaduto nel XIX secolo, anche stavolta la storia ci dice che a lungo andare ciò che conta è la creatività di chi impugna il nuovo strumento, non lo strumento in sé.
Il dibattito, mi auguro, si sposterà su temi più pressanti: non più la legittimità dell’AI come mezzo d’espressione artistica, ma gli aspetti etici, sociali ed economici che queste tecnologie sollevano. L’“uso artistico” dell’AI era la parte più facile: come già accaduto con altre innovazioni, presto si chiuderà anche questo capitolo, anche se la voce degli oppositori più accaniti – che vanno diminuendo, man mano che l’uso si diffonde – si fa sempre più forte. Ma lasciarci distrarre da battaglie di retroguardia che erano scadute già ai primi del ‘900 non ci aiuterà ad affrontare gli aspetti critici di queste nuove tecnologie.
Francesco D’Isa
Francesco D’Isa, di formazione filosofo e artista digitale, ha esposto internazionalmente in gallerie e centri d’arte contemporanea. Dopo l’esordio con la graphic novel I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato saggi e romanzi per Hoepli, effequ, Tunué e Newton Compton. Il suo ultimo romanzo è La Stanza di Therese (Tunué, 2017), mentre per Edizioni Tlon è uscito il suo saggio filosofico L’assurda evidenza (2022). Le sue ultime pubblicazionio sono la graphic novel Sunyata per Eris edizioni (2023) e il saggio La rivoluzione algoritmica delle immagini per Sossella editore (2024). Direttore editoriale della rivista culturale L’Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste, italiane ed estere. È docente di Filosofia presso l’istituto Lorenzo de’ Medici (Firenze) e di Illustrazione e Tecniche plastiche contemporanee presso LABA (Brescia).